Lilith – fuga dall’Eden

La donna regale (o dei Manghi), Paul Gauguin

Ho preso dei semi
dal giardio dell’Eden;
profanato con le mani di donna ricacciata
poichè di pari terra impastata
dalle falangi di Dio,
ripudiata per le gambe chiuse ed il non voler imboccare
la fame della supponenza.
Seduta sotto ogni albero,
nella mia mente
sono fuggita tante volte dalla radura tra il niente:
il tutto concesso non mi bastava,
volevo scegliere.
E poi tutto cosa?
Circoscitta gabbia per conigli,
ove figliare sarebbe stato l’unico intrattenimento
e l’accondiscendenza il singolo argomento
di conversazione.
Sola sarebbe stato meglio.
Nel riposo di una notte, ho rimboccato i sementi
sotto ai seni e rincorso le stelle
per conoscere le vie del mondo.
Andata senza ritorno.
Tegumento divaricato da germogli verdi,
deposti su ogni giaciglio
che ho lasciato al risveglio del mattino:
florida natura spuntata dalle conche
di schiena e natiche
nude sulla terra più umile.
Danzo con i demoni
e spargo espando
innesti di paradiso:
sarà di tutti
ciò che non è mai stato mio.


Innumerevoli volte ho tentato di creare un componimento incentrato sulla figura di Lilith; desideravo darle voce attraverso le mie parole ma troppo spesso ciò che fuoriusciva era il sermone d’un predicatore superbo e dittatore: la dea della tempesta è l’equilibrio perduto tra luce ed ombra, anti-staticità che la porta ad agire secondo la sua volontà, non limitata da allocuzioni. Non riuscendo a trovare la mia personale visione e versione di Lilith ho lasciato stare, forse prima o poi la soluzione sarebbe giunta improvvisa come amica inaspettata.

Iieri guardavo il bando di un concorso poetico: la tematica “coltivare” ha scaturito inaspettatamente nella mia mente la visione di Lilith che correva tenendo tra le mani semi delle piante dell’Eden; così si sono prospettati davanti a me i primi due versi. Talvolta l’ispirazione poetica giunge alla pari di un miraggio nella testa di un folle, altre volte il processo è differente; affascinante pensare che le esatte parole fossero dentro me sepolte in qualche anfratto non raggiungibile.

Lilith è la prima donna della genesi creata da Dio, insieme ad Adamo, originata impastando la stessa terra: la femmina pari all’uomo al quale non ha voluto sottostare. Lilith è fuggita dal Paradiso Terrestre e si è rifugiata tra i demoni, non cedendo ai tre angeli inviati dal Signore per intimarla a tornare. Essere immortale poiché mai cibatasi con il frutto proibito.

Non ho idea se Lilith nella fuga abbia portato qualcosa con sé ma io l’ho immaginato.

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. La prima donna a fare valere la propria volontà…. l’hai ricordata con bei versi. La chiusa è davvero splendida!

    Piace a 1 persona

Lascia un commento