Amai teneramente dei dolcissimi amanti
senza che essi sapessero mai nulla.
E su questi intessei tele di ragno
e fui preda della mia stessa materia.
In me l’anima c’era della meretrice
della santa della sanguinaria e dell’ipocrita.
Molti diedero al mio modo di vivere un nome
e fui soltanto una isterica.
“Amai teneramente” è un componimento tratto dalla raccolta La gazza ladra del 1985, costituita da 20 poesie-ritratto. L’autrice presenta diversi personaggi storici o conosciuti nella quotidianità, realizzandone una descrizione ermetica.
Il testo è un auto-ritratto che Alda Merini realizza di sé, facendo convergere al suo interno ciò che più la caratterizza: la passione amorosa dal teatro panteistico e la follia spesso confusa per pazzia. La molteplicità dell’essere arricchisce gli individui e diversifica i rapporti tra gli umani, pluralità che caratterizza il nostro modo di amare e vivere la passione.
Semplice definire le differenza con l’ausilio di uno stesso nome. Concepire il proprio agire dichiarandolo e non rinnegandolo è insufficiente per chi considera più facile non capire.
Meraviglia quando l’amore è relitto nell’incoscienza di chi è amato.